DOMENICO MARRONE, Ripensare l’obbedienza - L’articolo analizza la categoria dell’obbedienza in prospettiva teologico-ecclesiologica, superando la concezione riduttiva di mera sottomissione. L’obbedienza autentica...
L’articolo analizza la categoria dell’obbedienza in prospettiva teologico-ecclesiologica, superando la concezione riduttiva di mera sottomissione. L’obbedienza autentica, radicata nel Vangelo e nella sequela di Cristo, si configura come espressione matura di libertà e responsabilità. Vengono individuate tre dimensioni interconnesse – obbedienza a sé stessi, agli altri e all’istituzione – che, se vissute in equilibrio, garantiscono crescita spirituale e comunionale. Particolare attenzione è riservata al rapporto tra autorità e servizio, in cui il potere ecclesiale deve tradursi in mediazione umile e discernimento condiviso. In tale quadro, l’obbedienza dei presbiteri è definita “responsabile e volontaria”, mentre l’autorità episcopale è interpretata come fraternità e corresponsabilità, non come dominio. L’articolo evidenzia le derive del clericalismo, che confonde obbedienza con sudditanza, e richiama la necessità di una conversione sinodale delle strutture ecclesiali. La sinodalità, intesa come paradigma decisionale partecipativo, restituisce all’obbedienza il suo carattere evangelico: atto d’amore, servizio e generazione di comunione.